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Lui & Lei

La ragazza del Vesuvio (Incontro n° 1)


di john_locke01
17.12.2016    |    2.420    |    0 9.7
"Non sono mai stato un Don Giovanni..."
Non sono mai stato un Don Giovanni... Ho sempre avuto una vita sentimentale classica, fidanzato in casa e sempre per anni.Già, tutto sereno, almeno fino alla soglia dei miei 27 anni.
Non appesantirò l'atmosfera parlando del perchè o del per come, dopo sei anni, la mia relazione finì, ma racconterò il mio ultimo anno, vissuto intensamente!

Le cose migliori nascono sempre dal caso, meno ci si ferma a studiarle e più regalano genuine soddisfazioni.
Conobbi questa ragazza che porta il nome di un orbis coelestis...
La notai perchè era completamente diversa dal fenotipo di ragazze che avevo sempre avuto, lei era alta, capello a caschetto con la frangia di traverso che le copriva parzialmente la vista, e poi aveva i capelli color sangue, sangue che non appena la vidi iniziò a pulsarmi nelle vene ed a ricordarmi la mia vera condizione naturale di maschio alpha ( si al tempo avevo bisogno di nutrire il mio ego...).
Gli occhi erano marroni ed il naso vagamente a patata, il sorriso era solare e regalava ad ogni sua espressione, un aria di scherno, di paraculaggine che solo dopo avrei potuto definire da "scugnizza"...
Iniziai a parlarle con la più banale delle scuse, ma dopo una breve chiacchiera, lei mi disse che non era di Roma ma di Napoli e che a breve avrebbe ripreso il treno per tornare sotto le pendici del Vesuvio.
La fortuna aiuta gli audaci, ma va anche saputa maneggiare, perciò le chiesi un modo per rimanere in contatto con lei.Ci scambiammo i numeri di telefono e da quel giorno iniziarono costanti e lunghe telefonate, passammo molti giorni a scriverci fino a che non ci raccontammo quali sensazioni provammo quando seppur per breve tempo, ci trovammo vicini.
Venne fuori che non aveva solo palpitato il mio di cuore ma anche il suo, e perciò i discorsi iniziarono a farsi piu intimi... L'amor cortese andava tramutandosi nella più primitiva forma di passione, acuita ancora di più dal fatto che c'erano 200 km di motivi a rendere il nostro idillio irrealizzabile.
Almeno per il momento.
Non ero avvezzo all'uso della tecnologia come lo sono ora, lei mi parlò di un applicazione che permetteva le videochiamate e la cosa mi sembro fantastica !
Ero forse ingenuo, ma non avevo ancora capito che una videochiamata potesse avere anche un utilizzo ai fini erotici...
Una sera eravamo a letto, io nel mio e lei nel suo e ci stavamo videochiamando, lei mi guardava con uno sguardo diverso, per la prima volta la vedevo emettere sensualità, parlava con un tono di voce bisbigliante e socchiudeva gli occhi come per mettere a fuoco o me, o i suoi pensieri che da li a breve sarebbero stati espressi.
Le dissi che la trovavo molto bella e lei mi chiese cos'altro avevo da dirle...
Le dissi che la trovavo molto sexy e lei si passò la lingua lentamente sulle labbra, poi avvicinò il dito e lo succhio come fosse un piccolo fallo ed aprendosi la camicia da notte mi mostro i seni, piccoli ma sodi, fatti bene, mi chiese di mostrarle quanto mi piacesse, e lo fece infilandosi una mano nelle mutandine...
Presi la situazione in mano, e non solo quella... ero turgido, marmoreo, sentivo il sangue caldo che irrorava il mio membro ed iniziai a massaggiarmi traendo ispirazione da ciò che lei mi offriva visivamente. Lei venne, si contorse, emise un piccolo rantolo e non appena riprese facoltà cognitive mi sussurrò: " Vieni... vieni per me..."
Fu un attimo, la mia mano venne inondata da un rivolo di sperma caldo. La situazione non era più sostenibile, sapevamo che anche se le nostre vite avrebbero preso strade diverse, dovevamo conoscerci almeno una volta, ma conoscerci fino in fondo!

Ci sentimmo il 7 Dicembre del 2015, le comprai un biglietto del treno andata e ritorno per Roma da Napoli, per motivi di lavoro non potevo spostarmi io, cosi il giorno seguente lei arrivò nella capitale, ancora, per me stavolta!
Appena la vidi varcare la soglia della stazione della metropolitana Piramide, le nostre bocche si spalancatono in due enormi sorrisi e ci abbracciammo, era mattina presto, andammo a fare colazione, la portai al gianicolo e poi a vedere l'Eur, il mio quartiere, poi andammo ad Ostia a passeggiare sulla spiaggia e poi andammo da me per pranzo.
Non ho omesso il bacio, semplicemente ancora non ce lo fummo dati, ma rimediammo subito, giunti a casa mi avvicinai da dietro, le posi le mani sui fianchi, mi avvicinai con la bocca al suo collo tanto da sentirne il profumo, le sfiorai la pelle con le labbra, le girai delicatamente la testa e con la mia bocca cercai la sua... La passione si accese immediatamente, ci trovammo sul letto nudi, le bacia i seni, era prona, con le dita potevo sentire quanto fosse bagnata ed allora decisi di assaggiare il suo frutto...
La sentivo contorcersi dal piacere, mi aiutai ad esplorarla con le dita, e quando la sentii contrarsi dal desiderio, avvicinai il mio glande all'ingresso della sua vagina e scoprii che era molto stretta, mi piacque quella sensazione, sembrava di penetrarla analmente, iniziai ad assestare colpi lenti ma regolari, sviluppando l'inserimento e l'estrazione per tutta la lunghezza del mio pene, la baciavo, lei mi chiese di morderle il collo, e cosi feci, volevo nutrirmi di lei. Volevo cambiare posizione, ma lei mi interruppe ed iniziò ad assaporare il mio membro, sentivo le sue labbra umide, la lingua che cercavano di leccare, di gustare ogni millimetro della mia pelle, la girai e la penetrai come un leone penetrerebbe la sua leonessa, contemporaneamente le stimolavo la clitoride fino a che non venne, contrasse cosi tanto la sua patatina che sentii quasi come se avessi il pisello in una pressa, ma non importava, godevo nel vederla godere, pochi secondi dopo tirai fuori il pene da dentro di lei, glielo porsi e le bastarono pochi movimenti per estrarne il succo ed assaggiarlo... La riportai alla stazione, salì sul treno e quella fu l'ultima volta che la vidi.
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